perché “S” e “C”
Perché
S senza C è solo teoria.
Perché
C senza S è solo forma.
Perché
è importante seguire una metodologia, ma non basta.
Perché
nessuno strumento supplisce al talento.
Perché
approcci standardizzati portano a qualità standardizzata: ma il mondo si emoziona ormai solo davanti alle unicità.
Perché
non conta il processo in sè, ma le domande che ti fai durante il processo.
Perché
mera creatività è consegnarsi al caso, a volte alla fortuna.
Perché
serve dominare l’analisi per liberare l’intuizione.
Perché
se creatività e strategia non si parlano, il risultato sarà sempre parziale.
Perché
è impossibile saper fare tutto in modo eccellente. E oggi è impossibile competere senza eccellenza.
Perché
ci vuole passione, altrimenti il valore aggiunto non c’è.
Perché
fare branding è un mestiere, non è improvvisazione e non è scienza.
Perché
pensiamo di avere imparato dagli anglo-sassoni senza aver dimenticato il valore della cultura italiana.
Perché
tra il modello “genio e sregolatezza” e il modello “metodologia da ansia da controllo” c’è una terza possibilità: la forma mentis che libera il talento. Delle vostre marche.